Recensione: “Pop Toys” di Giovanni Lucchese

Titolo: Pop Toys

Autore: Giovanni Lucchese

Pagine: 110

Prezzo: Cartaceo €10,20 – E-book €5,99

Trama:

«Silenzio!» impose Big Jim tendendo l’orecchio verso l’esterno. «Sento dei rumori, si stanno svegliando».
«È mattina! Finalmente un giorno nuovo!» esclamò Skipper iniziando a stirarsi…
E se i giocattoli potessero parlare? Quante, e soprattutto quali storie racconterebbero? Di sicuro non le favole che iniziano con “C’era una volta…” e terminano con “… e vissero tutti felici e contenti”. Eh no. I giocattoli di Giovanni Lucchese sono pop, e in quanto tali non possono che essere calati in tutto e per tutto nella modernità e nel quotidiano. Nella vita, insomma. Ai suoi Pop Toys l’autore affida una critica feroce e disillusa: che si tratti di Barbie, despota viziata e viziosa, di Pinocchio e delle sue fragilità, delle Bratz, eroine del femminismo più radicale, o di un Playmobil all’improvviso consapevole di essere ormai sorpassato, i protagonisti di questa originale raccolta descrivono, attraverso le proprie vicende, la società che li circonda e nella quale, a volte loro malgrado, sono costretti a vivere. Su tutti, Il mostro. Perché, a volte, i veri mostri non sono quelli di plastica ma quelli in carne e ossa. E perché, a volte, i peluche e le ballerine nelle sfere di cristallo hanno un cuore molto più grande degli esseri umani.

Recensione:

Questa piccola raccolta di racconti, racchiusa in 110 pagine, mi ha fatto tornare a quando ero bambina: a quando facevo sposare Barbie con Ken, a quando vestivo le mie Bratz e a quando, invece, rubavo le macchinine a mio fratello. Questo libro, con la sua leggerezza, mi ha fatto riflettere, così come il cartone animato targato Disney “Toy Story”, su una possibile “anima” nei giocattoli. Sono dei racconti molto brevi ognuno con la propria storia: l’amore non corrisposto di una scimmietta, la sfrontatezza della Barbie decisa a non farsi sottomettere da Ken, un Re Leone, la brutta fine di una ballerina decisa a salvare la sua padroncina, Big Jim e molto altro ancora. Sono scritti in maniera molto semplice, l’autore non si trattiene e mette qualche parolaccia qua e là, ma ciò, almeno a me, non ha dato alcun fastidio, anzi mi ha divertito moltissimo.  Il racconto che mi è piaciuto di più  è stato “il mostro”. In questo racconto si vede come i giocattoli in qualche modo possano salvarci. Consiglio questo libro, l’ho trovato geniale e penso che, così come è accaduto a me, entrerà nei vostri cuori. 

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