“Mai stati innocenti” è il primo romanzo d’esordio scritto da Valeria Gargiullo. Scrittrice emergente nata e cresciuta in quartiere popolare di Civitavecchia.
Ho avuto l’onore di assistere all’incontro esclusivo con l’autrice che ha presentato il suo libro.
Di cosa parla il libro? Ecco la trama:
Uno stradone di un chilometro divide Civitavecchia a metà. Da una parte Santa Fermina, con le sue villette a due piani e le vie coi nomi dei fiori; dall’altra Campo dell’oro, i casermoni popolari e i fumi degli impianti industriali che corrodono l’anima delle persone. Di là, un futuro prospero, le bollette in regola, le vacanze al mare; di qua, le famiglie arrancano e i figli, abbandonati a loro stessi, sognano una fuga impossibile. È quello che fa anche Anna, che ha studiato duramente e messo i soldi da parte per potersene andare via, lontano, all’università. Poche settimane ancora e finalmente salirà su un treno, pronta a costruirsi una vita diversa. Tutto sembra andare in frantumi quando Anna vede Simone, il suo fratellino di quattordici anni, in sella a un motorino, con un martello in mano, insieme alla feroce banda criminale che controllala zona. I Sorci, li chiamano, e nei loro affari è bene non immischiarsi mai. Anna vorrebbe salvarlo, ma sa che con certa gente è impossibile trattare. Si scende a patti, semmai, fino alle estreme conseguenze. Con l’autenticità di chi in un posto così ci è nato e cresciuto, Valeria Gargiullo demolisce la retorica che spesso accompagna il racconto delle periferie, e lo fa con la consapevolezza che il Male non è soltanto un nemico, ma anche un compagno quotidiano e una pericolosa tentazione.
Cosa ci ha raccontato di “Mai stati innocenti”?
Durante l’incontro con i vari blogger e bookblogger, Valeria Gargiullo ha ricevuto molte domande in merito al suo primo libro “Mai stati innocenti”, edito Salani editore.
“Hai voluto lasciare un messaggio con questo romanzo?”
“Sì, ho voluto lasciare molti messaggi in realtà. Uno dei messaggi è quello del riscatto, ovvero che i romanzi, i libri e lo studio, soprattutto, possono salvare qualcuno. Con me è stato così: se non avessi letto a 10 anni “Harry Potter e la pietra filosofale”, penso che adesso non sarei qua. Ho iniziato a leggere da bambina e i libri sono stati per me una forma di espiazione, perché mi davo la colpa, in un certo senso, di essere quello che ero. Sentivo che mi mancava qualcosa rispetto agli altri, e questa mancanza c’è nel romanzo. Il messaggio che vorrei lanciare a tutte quelle donne che sono là fuori e che possono leggere il mio romanzo è che comunque una via di salvezza c’è, anche se ci sentiamo schiacciate, abbandonate. La forma di salvezza è tramite lo studio.”
“Quanto è determinante l’assenza dei genitori e il loro arrendersi nel vivere in questi quartieri?
“È molto difficile scindere dalla finzione alla realtà perché ho provato a portare in “Mai stati innocenti” la dura realtà della periferia di Campo dell’Oro. Nella realtà, così come nel romanzo, i genitori sono assenti per la maggior parte del tempo e non si curano dei figli. Alcuni genitori hanno paura per i propri figli e fanno di tutto per ostacolarli, non facendoli esprimere, quindi la generazione precedente è un freno a quella successiva perché non permette loro di sbocciare o di dare di più.
“C’è un aneddoto in particolare che ti ha dato lo stimolo per scrivere “Mai stati innocenti”?”
“Ce ne sono diversi, ma forse il primo fra i tanti è stata una volta in cui mio fratello è stato bullizzato. In quel momento ero arrabbiatissima, ho anche cercato di parlare con i genitori dell’altro bambino, ma facevano finta di nulla. A quel punto ho capito che non si può sfogare la propria rabbia e la propria frustrazione su un bambino. Ho capito che dovevo scriverlo e che dovevo dirlo a qualcuno, devono sapere cosa avevano fatto. Oggi il gelato, domani?”
“Hai citato il quartiere esatto nel tuo romanzo. Cosa ti aspetti adesso da Campo dell’Oro?”
“Spero che i Sorci non mi aspetteranno sotto casa! Ho parlato di Campo dell’Oro perché il libro sì, è un romanzo, ma è anche una denuncia. Volevo assolutamente che fosse una presa di coscienza da parte dei lettori. Una denuncia sociale per tutti questi ambienti che spesso vengono dimenticati. “
“Mai stati innocenti” di Valeria Gargiullo ti aspetta in libreria!
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