Recensione: “Inverni, la città che muore” di Carlo Quondam

Titolo: Inverni: la città che muore.

Autore: Carlo Quondam

Pagine: 97

Prezzo: Cartaceo €9 – E-book €2,99

Trama:

La città che muore ove tra caffè e sigarette viene scritto questo giro di esistenze. Dove antichi ritmi accompagnano una canzone fatta di parole soffocate dalla bellezza. La natura scolpisce il creato tenendo la civiltà in bilico su un pugno d’argilla. Finché la terra rimane asciutta l’uomo può continuare a stare in piedi. E la vita e la morte sono collegate da un ponte che i pellegrini percorrono a piedi verso la fine, vedono com’è fatta, e tornano indietro. Terra, carne e vino. L’acqua, garante di prosperità, è anche l’elemento della catastrofe. Contamina la terra che scivola via portando con sé vite e storie. Fra segni di ere geologiche, fatti di strati di materiali e colori diversi, è possibile scorgere i più intimi segreti dell’animo umano. Wilcock sapeva osservarli e lo faceva dall’unico posto che non ha pensieri.

Recensione:

Ho avuto la possibilità di leggere questo libro grazie all’autore Carlo Quondam che ringrazio moltissimo, come prima cosa. La cosa bella di questa piccola collaborazione è il fatto di vivere più o meno nella stessa città, o meglio assaporare le meravigliose vie e i meravigliosi paesini che ci offre la Tuscia in provincia di Viterbo. 

Infatti la cosiddetta Città che Muore, Civita di Bagnoregio, fa da sfondo a questo libro, anche se non troppo esplicitamente.

Due racconti, due storie, due anime, Francesco e Federico. Apparentemente senza nessun collegamento, ma legati da un unico filo conduttore che verrà colto andando avanti con la lettura. 

Spesso, nel leggere il libro, mi sono soffermata per coglie a pieno le parole, le frasi che non erano solo e semplicemente delle frasi, ma quasi una poesia. Parole e frasi che fanno riflettere sul mondo contemporaneo, sui social network e non solo.

“Senza vita non c’è la morte e così viceversa. E senza felicità non c’è dolore e così viceversa.”

Lo consiglio a chi non vuole leggere qualcosa di troppo impegnativo. Lo consiglio a chi vuole conoscere Francesco e Federico e, infine, lo consiglio a chi non ha mai avuto l’occasione di visitare la Città che Muore.

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